Un pareggio ricco di gol quello tra Maria Elena Boschi e Mara Carfagna. Il CT Eur ha ospitato un interessante confronto a distanza tra le due signore della politica italiana sul tema del Referendum Costituzionale al quale saremo chiamati il prossimo 4 dicembre.
A luglio era stata la Ministra per i Rapporti col Parlamento e grande regista della riforma a illustrare presso il nostro circolo le ragioni del sì. Una serata vivace, voluta dal Presidente Vincenzo Vecchio e dal consigliere Bruno Costi che l’ha anche condotta.
Giovedì 6 ottobre, nel nome della “par condicio”, è stata la volta di Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera, spiegare ai nostri soci i motivi che dovrebbero indurci a bocciare il referendum mettendo un “no” sulla scheda.
Così come la Boschi, anche la Carfagna ha spiegato le sue ragioni con grande passione, mai disgiunta da una dose di grazia ed eleganza.
Il Presidente Vincenzo Vecchio le ha dato il benvenuto offrendole in omaggio il volume celebrativo dei 50 anni del CT Eur. A Bruno Costi è toccato invece introdurre il tema del dibattito e sollecitare la discussione.
La Carfagna ha spiegato che il primo errore del governo Renzi è stato quello di imporre “una riforma confusa, disordinata, ambigua e incompleta. Le regole del gioco – ha proseguito – ,come si tratta quando si mette mano alla Costituzione, debbono essere frutto di un ampio accordo. Renzi non è il padrone delle istituzioni e oltretutto non è neppure stato eletto dal popolo. Il famoso Patto del Nazareno prevedeva una serie di accordi che sono stati violati unilateralmente. A cominciare dal metodo scelto per l’elezione del Presidente della Repubblica, al di là del fatto che Mattarella sia una persona degnissima”.
Quindi, secondo la Carfagna, un inspiegabile errore procedurale, imposto da una maggioranza che ha calpestato i diritti delle opposizioni. Un “vulnus” inaccettabile in una democrazia.
Quanto alla sostanza della riforma, Mara Carfagna ha sostenuto che sarebbe stato meglio abolire del tutto il Senato, anziché proporre questa soluzione pasticciata. E ha proseguito affermando che il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale consentirà a un partito che magari ha ottenuto al primo turno il 21/22% dei consensi di diventare padrone della Camera dei Deputati e di decidere tutto. Una distorsione evidente, dovuta al fatto che la legge era stata pensata ipotizzando un sistema bipolare, mentre ora in Italia ci sono tre partiti che hanno più o meno gli stessi voti.
La serata si è poi vivacizzata nel finale, quando alcuni soci hanno posto dei quesiti “pepati” che non hanno trovato impreparata Mara Carfagna.
Insomma al CT Eur è stato pareggio, ma il 4 dicembre dalle urne uscirà sicuramente un vincitore. E mai come in questa occasione, gli italiani saranno padroni del proprio futuro.